di Paolo M. Minciotti, #IlSassolino
E nello sconsiderato bailamme romano nel quale, e per la seconda volta, non ci vengano a dire che non si poteva immaginare o che qualcuno non lo sapeva, si sono infilati quelli di Casapound e Forza Nuova, con bombe carta e tutto ciò che già si è visto e scritto, si alza – delusa, triste, sconfortata, ma tanto profondamente umana – la voce di Antonio Alfieri, ristoratore sassolese tra i fondatori di “Io Apro” che racconta, con un video che pubblichiamo in basso, dove averlo già pubblicato in questo articolo, le ragioni del suo “Non ci sto più”.
Un Alfieri che con semplicità e umanità, con la fierezza della coerenza che tanti non si sognano nemmeno di mettere in pratica, dice “basta”, che ciò che è successo in piazza non doveva succedere, che lui è un imprenditore; dice con fermezza: “Che io che mi debba mettere contro le Forze dell’Ordine…” e poi, senza dirlo esplicitamente, che ciò che voleva era giustizia, era poter manifestare in libertà e in civiltà per poter negoziare riaperture e ristori giusti e dovuti. Non scappare da bombe carta.
Si guarda spesso dietro le spalle mentre gira il suo video, Antonio Alfieri, e lascia così, come vedrete, lasciandoci la fierezza di poter dire che persone tutte d’un pezzo esistono ancora (Sindaco Menani, impari…).
Chapeau ad Antonio Alfieri. Si può sempre imparare qualcosa.
(14 aprile 2021)
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