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Le capriole dell’Avvocato del Popolo

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di Claudio Desirò

La politica italiana, nel corso degli anni, ci ha abituato a temerarie inversioni ad U su svariati temi, operati dai più diversi rappresentanti messi all’angolo dall’evoluzione della storia. In questo scenario, possiamo dire che il Movimento 5 Stelle sia senza dubbio l’espressione che meglio rappresenta questa attitudine al cambiamento di pensiero su tutto, basti pensare a quanti dei loro innumerevoli “no” o “mai con” si siano trasformati in altro durante questi anni. Non ultimo, il “carrierismo politico” che li ha portati a ripescare i non eletti tramite altri incarichi a spese della collettività. Ma si sa, la scatoletta contiene un tonno pregiato.

Il loro leader, ovviamente, ne indossa i panni a pieno titolo, tenendo alta la bandiera del trasformismo politico, ruolo che sembra calzargli a pennello al punto di riuscire più volte a rinnegare se stesso.

Nel corso di queste ultime settimane, l’autoproclamato avvocato del popolo, ha dispensato numerose perle in questo senso. Sulla questione migranti, ad esempio, dove di fatto ha provato a fare dimenticare di essere stato il Presidente del Consiglio dell’Esecutivo dei “porti chiusi” e dei Decreti Salvini, immolandosi come ultimo degli eroi impegnati a portare in salvo i migranti ed indignandosi per l’atteggiamento dell’attuale Governo. Peccato che nel 2018, da PdC in carica fu quantomeno complice di azioni analoghe se non peggiori.

Anche sulla questione Ucraina, il “buon” Conte non fa mancare uscite intrise di opportunistico pacifismo rinnegando anche le posizioni assunte durante il sostegno al Governo Draghi. Il pacifintismo del “nostro”, utilizzato per nascondere le posizioni filo-Putin dovute alla pluriennale amicizia del despota russo col movimento, arriva fino a voler minimizzare i successi militari dell’eroico popolo Ucraino che non ha alcuna intenzione di essere soggiogato dall’invasore.

Ma è sui drammatici fatti di Ischia che il Presidente del Consiglio che emanò il Decreto Genova, contenente l’art. 25, cioè la sanatoria edilizia specifica per condonare l’abusivismo edilizio dell’isola, dà il meglio di sé. Con voli pindarici e narrazione surreale cerca di convincere o convincersi, e con parte della sua base, ahimè, ci riesce, che quello non fu condono, nonostante il titolo dell’articolo stesso reciti “definizione delle procedure di condono”. Un articolo che pur facendo riferimento a leggi precedenti, allarga le maglie delle regolarizzazioni ponendo condizioni nuove e più permissive, caratteristiche stesse di una nuova legge di condono. Nuova legge, tra l’altro, specifica per i comuni colpiti dalla tragedia di sabato scorso di cui quel condono è sicuramente concausa e della quale le colpe politiche sono chiare nonostante le evoluzioni dello stesso Conte o del silente Salvini, all’epoca vice di Conte.

Certo, dal leader di un partito, pardon movimento, che negli anni ha cambiato idea su tutto, ad esempio TAP e TAV, che ha inventato un cashback bocciato dalla Corte dei Conti, che parlava di un piano vaccinale fermo alle primule, che ha acquistato mascherine non conformi, che ha gettato al vento centinaia di milioni di euro per i banchi a rotelle, che ha finanziato il vaccino Reithera mai prodotto, che emanava DPCM notturni smentiti dalle FAQ Ministeriali ed oggi si scaglia contro l’eventuale decretazione d’urgenza, che ha istituito un Reddito di Cittadinanza che di fatto, oltre ad elargire soldi, è privo delle strutture necessarie al suo funzionamento… beh, dal di un simile movimento, non ci si può aspettare altro che la politica con cui ci delizia quotidianamente.

 

(2 dicembre 2022)

©gaiaitalia.com 2022 – diritti riservati, riproduzione vietata

 

 




 

 

 

 

 

 

 

 



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