di Silvia Morganti
Il Governo sta per dare il via libera a un emendamento che andrà a modificare il termine “nazionalità” al posto di “razza” in tutti i documenti ufficiali della Pubblica amministrazione.
“A decorrere dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto- afferma il deputato del Pd Arturo Scotto– negli atti e nei documenti delle pubbliche amministrazioni il termine: “razza” è sostituito dal seguente: “nazionalità”[…] per far passare un principio di civiltà e per eliminare tutte le zone d’ombra di una letteratura giuridica arretrata e condizionata da altre – terribili – stagioni del nostro Paese […]«Potrebbe essere un’occasione per superare insieme una concetto arcaico, sbagliato e senza fondamento scientifico […] La parola razza si trova ancora in alcuni documenti del ministero dell’Interno, in alcuni concorsi e qualche giorno fa abbiamo avuto l’esempio di un questionario di una scuola romana». In una scuola elementare del quartiere San Lorenzo, infatti, i genitori hanno ricevuto un questionario sul «comportamento del bambino» in cui bisognava inserire «il gruppo etnico o la razza»”.
Il decreto è all’esame delle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera e il voto sugli emendamenti dovrebbe iniziare martedì. In quella sede il governo, chiamato a esprimere un parere, si rimetterebbe alla Commissione.
Il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, durante il congresso del sindacato Confederazione italiana sindacati autonomi lavoratori (CISAL) ha tirato in ballo la teoria del complotto della sostituzione etnica, o grande sostituzione: “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica. Gli italiani fanno meno figli e li sostituiamo con qualcun altro: non è quella la strada”. Dichiarazione che ha innescato una serie di polemiche, scatenato critiche e un dibattito molto acceso, tanto da spingere il deputato del Pd Scotto a presentare un ordine del giorno per abolire la parola razza dai documenti della pubblica amministrazione.
La sostituzione etnica o grande sostituzione è una nota teoria del complotto razzista molto usata dall’estrema destra internazionale secondo cui esisterebbe una cospirazione globale per sostituire i bianchi con persone di altre etnie. Un grande complotto transnazionale contro la popolazione bianca quindi e a favore dei migranti stranieri, strumento retorico efficace per i politici di estrema destra di molte società perché, in estrema sintesi, fa leva sul timore della classe bianca e medio-bassa di perdere i propri privilegi nei confronti dei migranti stranieri che arrivano in Occidente. Orde di migranti sarebbero spostate come marionette dai cosiddetti “poteri forti” per arrivare, appunto, a una grande sostituzione demografica invocata nel piano Kalergi. Anche se questa associazione si è rilevata negli anni decisamente impropria ed infondata. Il filosofo austriaco Richard Nikolaus di Coudenhove-Kalergi dopo la prima guerra mondiale in Austria scrisse due libri: Paneuropa (1923) e Praktischer idealismus (1925). Dopo la seconda guerra mondiale fu tra gli ideatori della Comunità europea del carbone e dell’acciaio (Ceca) e propose l’Inno alla gioia di Beethoven come inno ufficiale dell’Unione europea. Un convinto europeista che predicava la fratellanza tra i popoli in tempi non facili.
La sua associazione al supposto piano di sostituzione razziale nasce nel 2005, quando il negazionista austriaco Gerd Honsik, nel volume Addio Europa, usando fuori contesto frasi tratte da Praktischer idealismus gli imputava un immaginario complotto per favorire una immigrazione di massa dall’Asia e dall’Africa in Europa per “sostituire la razza bianca” con una nuova “razza meticcia”. Questa teoria ha origini alquanto dubbie e ha iniziato a diffondersi soprattutto negli ultimi dieci anni negli ambienti di estrema destra di Stati Uniti ed Europa.
Il testo teorico base, bibbia dei teorizzatori della sostituzione etnica è “Il campo dei santi” (1973) del francese Jean Raspail. In questo romanzo fantapolitico una folla di indiani pienamente disumanizzata e mossa da impulsi selvaggi parte in direzione della Francia in una sorta di conquista che porterà all’annientamento della popolazione europea e dei suoi valori morali e civili.
Nel 2011 diventa presto un pilastro sul tema “Le Grand Remplacement”di Renaud Camus. Un vero e proprio saggio che vede la sostituzione etnica come un fatto irrefutabile e già in atto, con gli immigrati di diverse generazioni in Francia descritti come colonizzatori.
Teorie che hanno tratto nutrimento e ispirazione da scritti del primo Novecento, come “Separation or Mongrelization: Take Your Choice” (1947) del senatore democratico americano Theodore Bilbo che inquadra il rischio di sopravvivenza per la “razza bianca caucasica” a causa degli incroci con altre “razze dovute all’immigrazione africana”. Da ricordare anche i pamphlet di Maurice Barrès e Charles Maurras che, già a inizio secolo scorso, teorizzavano il “nazionalismo etnico”.
Molte sono state le stragi suprematiste in nome della grande sostituzione.
Il 22 luglio 2011 Anders Breivik compì una serie di attentati in Norvegia, causando la morte di 77 persone, dichiarati come un atto di guerra al multiculturalismo.
Nel 2018 Robert D. Bowers aprì il fuoco in una sinagoga di Pittsburgh causando 11 morti giustificando il suo atto come una incapacità di stare fermo di fronte all’invasione di migranti che stava uccidendo il “nostro popolo” e che era in atto un vero e proprio “genocidio dei bianchi”.
Nel 2019 Patrick Crusius uccise 23 persone in un centro commerciale di El Paso denunciando un’invasione ispanica del Texas e il solito “genocidio dei bianchi”. Il 15 marzo 2019 a Christchurch, Nuova Zelanda, Brenton Tarrant accese la telecamera fissata in testa, avviò una diretta streaming sui suoi canali social e sferrò un attacco armato prima in una moschea e poi in un centro islamico, causando 51 morti. Le ragioni del suo attacco stavano in un suo manifesto intitolato proprio La grande sostituzione.
Il 3 febbraio 2018 Luca Traini girò per la città di Macerata sparando contro qualunque non bianco gli capitasse sotto tiro.
Il mondo politico ne ha fatto un uso diffuso. Infatti la sostituzione etnica è stata citata, in varie forme, da numerosi politici di estrema destra, dall’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump al primo ministro ungherese Viktor Orbán (accompagnandola a politiche concrete xenofobe, omofobe e antiabortiste, giustificate dalla necessità di preservare il popolo ungherese da moti sostitutori esterni). In Francia è stato soprattutto il candidato di estrema destra alle presidenziali del 2022, Éric Zemmour, a evidenziare, nei suoi comizi, la minaccia in corso contro l’Occidente bianco, ma anche la candidata Marion Le Pen ha strizzato l’occhio a questa teoria, citando direttamente il libro Il campo dei santi.
E, per accaparrarsi l’elettorato più estremo, anche la candidata repubblicana Valérie Pécresse ha utilizzato il medesimo complotto.
Anche in Olanda e in Germania partiti reazionari e di estrema destra hanno parlato di grande sostituzione.
In Italia Matteo Salvini negli anni è stato uno dei politici che più ha fatto riferimento alla teoria del complotto della grande sostituzione. Nel 2015 commentava uno sbarco di migranti a Lampedusa così: “Continua il tentativo di sostituzione etnica”. Nel 2017 “in Italia è in corso una sostituzione etnica” da parte degli immigrati “nullafacenti e delinquenti”. Una visione ripresa in più occasioni da altri membri del suo partito, come il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che nel 2018 ha espresso preoccupazione per la minaccia in corso per “la nostra razza bianca”. Anche Giorgia Meloni in passato ha fatto espliciti riferimenti a questa teoria: “In Italia prove generali di sostituzione etnica”, twittava nel 2016, per poi ribadire il concetto in altre occasioni.
Il giornalista Leonardo Bianchi spiega “In Italia la teoria della sostituzione etnica è entrata attraverso i partiti e movimento neofascisti, che l’hanno ripresa dagli omologhi francesi all’inizio degli anni Dieci […] Quando la Lega ha stretto alleanza con CasaPound non si è trattato solo di un patto elettorale ma anche ideologico, nel senso che il partito neofascista fungeva da serbatoio di idee. Da qui Salvini ha tirato fuori, tra le altre cose, proprio la teoria della grande sostituzione […] Partiti come Lega e Fratelli d’Italia usano queste teorie con estrema disinvoltura da parecchi anni. In Italia, così come nel resto d’Europa e negli Stati Uniti, teorie come quella della sostituzione etnica sono ormai state completamente normalizzate e sdoganate” E conclude “Per quanto la componente complottista non sia predominante nella politica italiana, essa è presente e non se ne andrà via facilmente”.
Non stupisce quindi la naturalezza [sic] delle affermazioni di Lollobrigida del rischio di una grande sostituzione in Italia per effetto della denatalità. L’immigrazione, si sa, è tema caro ai populismi, usato come strumento di propaganda che diffonde, anche, false certezze.
(28 maggio 2023)
©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata