di Paolo M. Minciotti
Settantanove persone ferite, tra cui nove bambini, a Liverpool durante la parata per la vittoria del campionato della squadra britannica. Lui, 53 anni, maschio riproduttore con tre figli adolescenti, ex militare, del cui nome e cognomi ci importa i giusto, già nella Marina militare britannica per le sue capacità in campo digitale, imprenditore locale, a un certo punto va fuori di testa e investe un’ottantina di persone.
La non ufficialità delle notizie riporta che l’uomo, bianco e britannico, era ubriaco e strafatto di droghe, esami tossicologici docet più testimonianze variegate. Dicono che stesse dando un passaggio a un amico che consegna a domicilio prima di avviarsi verso casa. Il maschio alfa con competenze informatiche, vuoi per strafattume vuoi per sfiga (altrui), sbaglia strada e si imbottiglia. Decide per una scorciatoia e si incolla al retro di un’ambulanza venendo trascinato – oh immane tragedia (altrui) – nel pieno dei festeggiamenti.
A Liverpool (andateci) non ci vanno giù leggeri quando non sei dove dovresti essere così è presumibile che la macchina non autorizzata tra la folla festante faccia girare i cogl*oni a più di un tifoso e che, tutti insieme, comincino ad inveire contro l’autista dell’auto, magari schiaffeggiano la carrozzeria, metti che gliela ammacchino pure un po’ e che lui vada fuori di testa, acceleri per togliersi si mezzo, e travolga decine di tifosi del Liverpool, prima di essere arrestato dalla polizia, che lo salva dal linciaggio (viste le immagini ci si chiede perché non lo abbiano lasciato pestare, ma ci si pente anche solo a scriverlo).
E’ stato incriminato, scrive Repubblica, per guida pericolosa, guida in stato di ebbrezza e per lesioni gravissime e intenzionali. E’ comparso per la prima volta davanti al tribunale di Liverpool il 30 maggio. Comunque vada una bruttissima storia. Bruttissima.
(30 maggio 2025)
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