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E in Veneto qualcuno si fa bello coi voti di Zaia, indovinate chi è

Si arrampicava sui muri, il Salvini in caduta libera, costretto a vantarsi a fianco del neo-presidente giovin e bello che stravince con oltre un milione e centomila voti le elezioni in Veneto. Così nell’immediato post-elezioni regionali in Veneto, siamo stati costretti ad assistere all’ennesimo trionfo del nulla eletto a ministero da parte del ministro dei Trasporti e delle Infrastrutte, vicepresidente del Consiglio e segretario della sua Lega, concentrato sul farsi bello coi voti di Zaia che con le sue 200mila preferenze personali stimate porta a casa il 33% abbondante dei voti del partito. Come scrive Gaiaitalia.com Notizie, è una roba mai vista per un candidato consigliere.

E come fa a dirlo in conferenza stampa, Salvini?

Gli toccherebbe spiegare Salvini che calcoli alla mano 1 elettore della Lega su 3 (il 33%) non si è limitato a barrare il simbolo, ma ha scritto esplicitamente “Zaia”. Gli toccherebbe dire che si tratta di un tasso di conversione preferenza/voto altissimo, più unico che raro nelle elezioni moderne per un candidato consigliere. Gli toccherebbe dire, a Salvini, che se si guarda alle intenzioni di voto pre-elettorali la Lega era data in Veneto tra il 22% e il 26%. Gli toccherebbe dire che del 36,3% dei voti leghisti almeno 10-12 punti percentuali sono in più rispetto alle previsioni e mica perché Salvini è bello, bravo e buono, ma perché la probabilità che questi voti siano “personali” di Zaia, attratti dalla sua presenza in lista, è altissima.

E gli toccherebbe dire, a Salvini, che senza Zaia quei voti sarebbero finiti altrove (forse verso Fratelli d’Italia se non nell’astensione).

Così Salvini può solo vantarsi, ma nemmeno lui sa di cosa. Perché in Veneto, e presto nella sua Lega a tonfo nazionale (5,5% in Campania, 7,7% in Puglia e sotto Forza Italia nei sondaggi nazionali) comanderanno altri. Quelli che non volevano Vannacci (e che ritengono Salvini ormai troppo ingombrante).

Gli toccherà strillare come un ossesso, nei prossimi mesi, reimpossessandosi del suo cavallo di battaglia: l’intolleranza anti-migranti. E Sassuolo (Mo) c’è un bel laboratorio sulla questione, tutto da conoscere, messo in campo dal fedele vassallo Menani – in disgrazia anche lui, ma l’importante è esserci.

 

 

 

(25 novembre 2025)

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