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Ci sono voluti sette anni, ma la verità finalmente ha prevalso. Il tribunale di Bari, con 5 sentenze, ha condannato per diffamazione le testate giornalistiche che costruirono un caso mediatico sulle presunte connivenze di Nichi Vendola con ILVA, fu una operazione di linciaggio mediatico costruito ad arte. Ennesima dimostrazione di come sia messa la nostra informazione.
Sentenze di condanna per Fatto Quotidiano, Il Giornale, Libero, Il Giornale d’Italia per aver diffamato Nichi Vendola su audio intercettazione. Nell’autunno del 2013, sulla base di una intercettazione telefonica manipolata e montata su un video di forte impatto emotivo, pubblicata sul sito web de “Il Fatto Quotidiano”, fu montata una violenta campagna mediatica e politica contro Nichi Vendola, allora presidente della Regione Puglia e presidente nazionale di Sel.
Ricorderete che fu scritto: “Vendola che ride dei morti di tumore a Taranto”: si trattò di un vero e proprio linciaggio, durato mesi e amplificato sui social media. Rilanciato anche da altri quotidiani. Ora il Tribunale di Bari, con 5 distinte sentenze, ha condannato “Il Fatto Quotidiano”, “Libero”, “Il Giornale”, “Il Giornale d’Italia”, Alessandro Sallusti, Maurizio Belpietro, Francesco Storace, e altri giornalisti a risarcire Vendola del danno subìto a causa della grave diffamazione.
Lo rende noto l’ufficio stampa di Sinistra Italiana – Leu.
(29 maggio 2020)
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