di Redazione #Lopinione twitter@gaiaitaliacom #Politica
Erano centinaia i neobalilla del neofascismo della Le Pen della Garbatella, o meglio erano centinaia i componenti la “Gioventù Nazionale” alla quale Michele Emiliano era andato a fare l’occhiolino. Era il 2018 e toccava onorare il suo indimenticabile punto di vista sul governo Lega-M5S.
E’ noto del resto che Michele Emiliano per restare in sella guarda a 360°: ed è giusto così perché un politico non deve avere idee o programmi, no. Deve prendere voti n’do cojo cojo, e se poi da qualche parte e per qualche motivo qualcuno del suo partito gli si mette contro, allora gli si può sempre fare la guerra. Poi non gli stava nemmeno male la maglietta verde bottiglia della “Gioventù Nazionale” col tricolore in primo piano. Certo il nero sfina, ma non si può avere tutto. Nel suo caso o hai il candidato o hai un programma politico.
L’abitudine non deve ancora averla persa, il governatore uscente che è anche ri-candidato che dice di guardare a sinistra guardando a destra, ricorderete la vicenda del 2016. Si trattava del sindaco Francesco Spina di Bisceglie con tutto il cucuzzaro di assessori, consiglieri ed elettori che dal centrodestra erano transitati in blocco nel Pd con il placet del governatore e segretario pugliese dei dem. Quattrocento tessere d’un botto. Renzi si era incazzato a morte.
Il resto è storia nota e porta alla candidatura scomodissima di Ivan Scalfarotto leader della coalizione Italia Viva, Azione, + Europa.
Rimane lì nell’aria quella sensazione di quel cercare di essere un po’ di tutti che porta alla fine a non essere di nessuno, e che a forza di equilibrismi si rischi di sfracellarsi al suolo, lasciando incompiuti i capolavori di equilbrismo. E nemmeno loro meritano un trattamento simile.
Poi ci sono i grandi urlatori della destra della Le Pen della Garbatella, del Tribuno e del Sovrano di Arcore che hanno già iniziato il loro lavorìo, fatto anche di chiarimenti che dicono quanto poco Salvini cominci a contare visto che la bionda leader di Fratelli d’Italia ha sentito il bisogno di dire alla stampa che “non è previsto nessun ticket tra Fitto e Altieri”. E che alla Lega andrà la vicepresidenza della Puglia. Dimenticandosi di dire che prima le elezioni – che ancora non hanno una data – i grandi urlatori devono vincerle.
(24 giugno 2020)
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