di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #ItaliaViva
Scusateci innanzitutto se scriviamo senza contraddittorio e senza pudore, ma siam confusi. Dunque la questione della sfiducia al ministro Buonafede, conclusasi con una non-sfiducia, se abbiamo capito bene, è andata così.
Il partito di Renzi, su ispirazione di Matteo Renzi stesso, ha promosso la mozione di sfiducia contro il ministro della Giustizia Buonafede – che potevan pensarci prima di metterlo lì – montando il solito casino mediatico con la ministra Bellanova a fare da panzer che non è un giudizio estetico né sulla persona, la solita solfa vista e rivista del posizionamento in Parlamento, la stampa tutta prona al “cade il governo o no” e con i soliti giudizi su “da incoscienti fare cadere il governo adesso” quando tutti, anche la mia gatta, sapevano come sarebbe andata a finire. E così è finita. Matteo Renzi è riuscito dove riescono solo i grandi: ha promosso una sfiducia contro il ministro del Governo di cui Italia Viva fa parte, mettendo in gioco il governo messo in piedi da Italia Viva e, al momento del voto, Italia Viva ha votato contro la mozione di sfiducia di Italia Viva, confermando il ministro del governo messo in piedi da Italia Viva, nonostante la mozione di Italia Viva.
Poi Matteo Renzi ha dichiarato che lui un nuovo governo lo mette su in trenta minuti. Con chi? Con l’altro Matteo e la sovranista bondo Le-Pen? Con il partito in liquefazione dell’anziano di Arcore? Tutti insieme appassionatamente con Conte al Governo? Oppure si sono contrattate poltrone in vista di un vicino, ma a noi sconosciuto, rimpasto di governo, magari con posti a sedere per Boschi e Marattin? Chiediamo per un’amica, nel caso si liberasse un posto inaspettato.
Con le più sentite scuse per avere osato esprimere un’opinione senza contraddittorio e senza pudore.
(21 maggio 2020)
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