di Redazione #ReggioEmilia twitter@reggioemilnotiz #Informazione
Tocca tagliare il costo del lavoro per costruire un nuovo impero editoriale targato Agnelli, il vecchio è in scadenza e il nuovo – forse più stantìo ancora – si affretta ad occupare i posti vacanti della nuova scacchiera del potere editoriale. Gli Agnelli hanno così pensato di liberarsi della Gazzetta di Reggio (venduta insieme a Nuova Gazzetta di Modena, Il Tirreno e La Nuova Ferrara) e concederla al gruppo Sae Srl, rappresentata da Alberto Leonardis, che GEDI ha evidentemente individuato come partner ideale per la cessione data la storia dell’imprenditore aquilano nel campo dell’editoria.
Peccato che i giornalisti denuncino la totale inesperienza in campo editoriale della nuova società, e che siano già stati messi nero su bianco tagli al costo del personale per 1,7 milioni di euro. Centosessantadue i dipendenti delle testate coinvolte nella vendita, tra giornalisti (120) e poligrafici. Insomma, piccolezze.
Mentre si augura a collaboratori e dipendenti delle testate che hanno appena cambiato padrone di poter continuare il loro lavoro all’interno di quelle libertà che al giornalismo devono essere riconosciute, ne approfittiamo per ricordare che per un’informazione di qualità non bastano testate dai nomi roboanti e dalla grafica accattivante che prestano lo spazio al potente politico di turno.
La libertà dell’informazione è sempre più in pericolo in questo paese. Le spericolate operazioni degli ultimi mesi lo testimoniano. Ma se ne parla quasi sempre a operazioni già concluse.
(10 ottobre 2020)
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