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“Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto”, dal 7 dicembre al Teatro delle Passioni

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Due artisti decidono di partecipare all’occupazione di una fabbrica, in protesta dopo il licenziamento improvviso di 422 operai/e. Da qui nasce Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, un’indagine teatrale della compagnia bolognese Kepler-452, che dopo una tournée nazionale e internazionale arriva al Nuovo Teatro delle Passioni dal 7 al 14 e dal 16 al 17 dicembre.

Una produzione ERT / Teatro Nazionale, che vede sul palco insieme a Nicola Borghesi anche alcuni membri del Collettivo di fabbrica lavoratori GKN. Il 18 ottobre 2023 è stata aperta una nuova procedura di licenziamento collettivo per 185 dipendenti: se dopo i 75 giorni previsti dalla legge non si troverà un accordo, dall’1 gennaio scatteranno i licenziamenti. La compagnia è in nomination ai Premi Ubu nella sezione Progetto Speciale per l’attività di ricerca sul campo per la realizzazione dello spettacolo.

Con questo spettacolo, Kepler-452 prosegue le sue indagini sulla realtà, un percorso di ricerca sostenuto da ERT con la produzione degli spettacoli Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso (Premio Rete Critica 2018) in cui il testo di Cechov incontra la storia di uno sgombero realmente accaduto in Italia nel 2015; F. Perdere le cose (2019) che affronta la vicenda di un migrante senza documenti e il reportage teatrale sugli haters Gli Altri (2021).

Il testo de Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto, è stato pubblicato nella collana Linea di ERT e Luca Sossella editore, in un volume a cura del docente, giornalista e critico teatrale Lorenzo Donati, che comprende saggi e materiali di lavoro attorno allo spettacolo e alla ricerca di Kepler-452 sul campo. La collana Linea è curata da Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono.

Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto

È il 9 luglio 2021 quando la fabbrica GKN di Campi Bisenzio (Firenze) annuncia la chiusura e licenzia immediatamente 422 operai/e: da quel momento i lavoratori e le lavoratrici decidono di occupare lo stabilimento. Nello stesso periodo, l’attore Nicola Borghesi e il regista Enrico Baraldi avevano deciso di mettere in scena Il Capitale di Marx perché «dopo la fine del lockdown – raccontano – abbiamo sentito forte la necessità di metterci in ascolto di chi, nella fase immediatamente successiva, avrebbe perso il posto di lavoro. Così abbiamo deciso di girare l’Italia alla ricerca di quei luoghi in cui le pagine di Marx diventano persone e accadimenti».

Dopo aver parlato con braccianti agricoli sikh, lavoratori della logistica, sindacalisti, Nicola Borghesi e Enrico Baraldi arrivano a Campi Bisenzio e iniziano a frequentare assiduamente i picchetti, le manifestazioni, le assemblee all’interno dello stabilimento occupato della GKN. Mangiano e dormono insieme agli operai/e, guadagnano anche un soprannome (in fabbrica tutti ne hanno uno), legato alla loro costante presenza e al numero di domande che rivolgono agli operai in presidio: quelli della DIGOS.

Nel tempo che trascorrono alla GKN, i due artisti intervistano centinaia di operai, partecipano alle manifestazioni, ascoltano e osservano, cercando di volta in volta di tornare alle pagine di Marx per tentare di instaurare un dialogo politico e creativo tra Il Capitale e quello che succede concretamente al presidio.

La loro attenzione a un certo punto si concentra su quattro persone: due operai addetti al montaggio, una addetta alle pulizie e un manutentore, invitati a far parte dello spettacolo che «racconta cosa significa trascorrere vent’anni in fabbrica a fare dei pezzi, delle differenze tra chi lo ha fatto e chi non lo ha fatto mai, dell’estrazione di plusvalore, della chiusura di una fabbrica tra tante, di cosa succede quando un gruppo di operai decide di tentare di fare la storia, di come per qualche tempo le logiche del Capitale vengano estromesse da un perimetro di spazio, quello di uno stabilimento industriale occupato. Di come il Capitale, prima o poi torni a presentare il conto. Il Capitale è anche la storia dell’incontro tra una compagnia di teatro e un gruppo di operai metalmeccanici nell’autunno del Capitale. Il Capitale è soprattutto uno spettacolo sul tempo, sul suo scorrere, su chi lo possiede, su chi lo vende, lo acquista, lo libera».

Nuovo Teatro delle Passioni
Via Antonio Peretti, 9 – Modena

dal 7 al 14 dicembre | 16 e 17 dicembre
martedì, mercoledì, venerdì ore 21.00 | giovedì e sabato ore 19.00 | domenica ore 18.00

Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto
un progetto di Kepler-452
drammaturgia e regia Enrico Baraldi, Nicola Borghesi

con Nicola Borghesi
e Tiziana De Biasio, Francesco Iorio, Dario Salvetti, Massimo Cortini / Mario Berardo Iacobelli / Alessandro Tapinassi – Collettivo di fabbrica lavoratori GKN
produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale

Kepler-452 nasce nel 2015 a Bologna dall’incontro tra Nicola Borghesi, Enrico Baraldi, Paola Aiello e, per la parte organizzativa, prima Michela Buscema e poi, dal 2021, Roberta Gabriele. Fin dalla sua nascita la compagnia esce dalle porte dei teatri per osservare attraverso la lente della scena ciò che accade fuori. I suoi formati teatrali spaziano dal coinvolgimento in scena di non-professionisti (o attori-mondo), a reportage teatrali che trasformano indagini sul reale in momenti performativi, fino alla creazione di percorsi audioguidati e altri dispositivi di interazione con lo spazio urbano come le diverse versioni di Lapsus Urbano. Ha inoltre realizzato Festival 20 30, che dal 2014 ha portato in scena numerosi artisti emergenti. Dal 2017 realizza diverse edizioni di Comizi d’amore, un format di teatro partecipato che racconta in scena alcune comunità a partire dalle domande poste da Pasolini nel suo documentario omonimo. Nel 2021 Comizi d’amore è lo spettacolo di apertura del FIBA, Festival Internacional de Buenos Aires, in una speciale edizione diretta da remoto, durante il periodo di lockdown.  Per il Museo della Memoria di Ustica, nel 2019, realizza È assurdo pensare che gli aerei volino, che tenta la ricostruzione delle biografie di alcune delle vittime dell’incidente che ha coinvolto il DC-9 nel 1980. Nel periodo pandemico la compagnia propone diversi format “interstiziali”, per non rinunciare al teatro: Lapsus Urbano // Il primo giorno possibile e Consegne – Spedizioni notturne per città deserte e Coprifuoco, due esperimenti teatrali in cui un attore travestito da rider tenta una consegna ad uno spettatore travestito da destinatario. Nel 2020 Kepler-452 riceve, per il proprio percorso, il premio Gli asini. Nel 2022 la compagnia vince il bando Daily bread di Stronger Peripheries, accedendo a una serie di residenze tra Italia e Ungheria.

Dal 2018 comincia un percorso di produzione con ERT / Teatro Nazionale: Il giardino dei ciliegi – Trent’anni di felicità in comodato d’uso (Premio Rete Critica 2018); F. – Perdere le cose, che debutta a Vie Festival nel 2019; Gli Altri. Indagine sui nuovissimi mostri (2021); Il Capitale. Un libro che ancora non abbiamo letto (2022).

 

 

(5 dicembre 2023)

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