No. Non ci sono più i leghisti di una volta…

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di Giovanna Di Rosa, #Lopinione

Ve li ricordate i leghisti di una volta? Quelli che erano tutti un celodurismo, tutti un furore contro i negher, tutti un odio contro i meridionali? Ve li ricordate i leghisti di una mezza volta fa? Quelli che erano tutti antieuropeisti, leggermente filo-Putin, tutti proiettati alle democrazie illiberali alla Orban, tutti filopolacchi e pro-slovenia, tutti un Visengrad, tutti un antieuro, tutti un odio contro la BCE (c’era Draghi alla  BCE)…?

Ve li ricordati i leghisti dell’estate 2020? Tutti un negazionismo anti-covid, tutti un iperattivismo no-mask, tutti un selfie in assembramento che non pareva neanche vero, tutti un “abbiamo bisogno di abbracciarci” e un festaiolismo che il Papeete sembrava non essere mai esistito se non nella memoria degli industrialotti incazzati neri col Salvini che in un mojito si affogò?

Ecco, se vi ricordate i leghisti di una volta, quelli delle sacre acque del Po, dei processi ai Bossi che son tutti una famiglia nel bene e nel male, perché la famiglia prima di tutto e il sacro vincolo del matrimonio e la procreazione come valore che nemmeno Pillon poteva dirlo meglio, potete dirci come vi è possibile credere a quei leghisti che sono sempre gli stessi, e che ora son tutti una genuflessione a Draghi (che è sempre quello che odiavano quando stava alla BCE), che son tutta una mascherina con logo, che son tutti un’istituzionalità, tutti un iperattivismo infantile dello stare con Draghi, ma anche contro Draghi, che sono tutti una roba che non gli si crede nemmeno volendo, così contriti nel ruolo del guardate siamo diventati buoni da mettersi persino a cercare di far votare mozioni “contro l’istigazione d’odio”. No. I leghisti di una volta proprio non ci sono più.

 

(8 marzo 2021)

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