di
Daniele Santi
E’ stato
leggerissimamente imbarazzante negli ultimi due giorni in particolare, dovere assistere alla sfilata di questa congrega di imbarazzanti
rappresentanti del popolo, eletti da una legge elettorale che
non permette nemmeno di sapere chi siano con anticipo – e poi la gente smette di andare al voto e fanno finta di dispiacersene –
vagare da uno studio televisivo all’altro per fornire la loro
onorabile opinione sul “patriarcato”, sfondando poi nell’educazione sentimentale e sessuale dei minori –
rigorosamente da proibire! – per finire a regalare tutta una serie di
ho fatto, abbiamo fatto, è stato fatto, perché essi hanno già fatto
tutto, fuorché
quello che hanno promesso durante le campagne elettorali.
L’ennesima dimostrazione di
inutile boria lanciata via schermo televisivo, alla ricerca di un pubblico sempre più esiguo al quale raccontare quanto vogliono bene all’Italia, è stata
danzata con la leggiadria di un elefante cieco a cui manchi una gamba, sulla pelle dell’ennesima giovane
morta ammazzata da uno che l’amava troppo per perderla [sic] senza nemmeno avere il pudore di sottolineare di parlarne
perché il loro ruolo lo richiede, “ma ne farei volentieri a meno, perché per la morte altrui ci vuole rispetto”. No. A loro non importa. Basta apparire e dire la qualunque. Perché dio me l’ha data, la poltrona, e da lì faccio quello che mi pare.
(20 novembre 2023)
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