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Guarda il governo geniale cui tocca aumentare le sigarette e allineare le accise. Si ricorderà il famoso video

di Daniele Santi

Una delle misure previste dal nuovo documento di programmazione economica che, inutile sottolinearlo, non contiene misure miracolose perché quelle vengono riservate alla propaganda da campagna elettorale, prevede un piano triennale di aumento delle accise sui prodotti del tabacco, con entrata prevista a partire da gennaio 2026.

Le accise sul tabacco consentono al governo (qualsiasi governo) di contare su un gettito dalle accise sul tabacco, che ammonta a circa 15 miliardi di euro all’anno. Con gli aumenti previsti fino a 1 – 1,50 euro entro il 2028, se il piano sarà attuato, si prevede che il gettito da accise da fumo potrà aumentare ulteriormente. Per il 2026, ma le notizie sono discordanti, l’aumento potrebbe essere solo qualche decina di centesimi per pacchetto, previsti incrementi successivi nei due anni seguenti.

E poi torna l’annosa, vetusta ed esilarante questione delle accise già protagoniste di un indimenticabile video autoprodotto, un po’ artigianale, ma perfetto per il fratello d’Italia medio, che diceva – sì, anche quello – il contrario di ciò che Meloni ha fatto. Il miracolo sta soltanto nelle voci di bilancio: l’accisa sulla benzina sarà ridotta di 4,05 centesimo al litro mentre quella sul gasolio aumenterà di 4,05 centesimi di euro al litro.

Insomma l’abbassiamo qui e l’alziamo là per riuscire ad avere entrate fisse pari a € 672,90 per 1000 litri sia per la benzina sia per il gasolio usato come carburante.

Nel dettaglio, dicasi portafoglio degli italiani, significherà che nel 2026, a meno di altri disastri, il costo del gasolio al distributore potrebbe lievitare mentre la benzina potrebbe essere leggermente meno cara (siamo naturalmente nel campo delle ipotesi non meno fantasiose di quelle vendute dall’attuale maggioranza in campagna elettorale), essendo praticamente certo che non vedremo nessun abbassamento del prezzo al distributore, non vorrete scherzare.

Il governo Meloni, nessuno come loro nel ve-la-racconto-come-mi-pare, motiva la misura come un intervento ambientale-fiscale: la differenza di accisa tra benzina e gasolio era vista come un “sussidio ambientalmente dannoso” perché favoriva il gasolio, più inquinante.

Che per forze politiche che negano il cambiamento climatico non è nient’altro che un arzigogolo verbale che non serve nemmeno a chi lo usa.

 

 

(20 ottobre 2025)

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