di Giuseppe Sciarra
E mentre le destre se la prendono a vario modo con lo spettacolo sanremese, è vero che le serate sono lunghe, ma filano via che è un piacere con una regia pazzesca, eccoci arrivati alla seconda serata del cui shrare Amadeus sembrano preoccuparsi il giusto, dopo gli sfracelli di ascolti della prima serata. Alla fine hanno ragione loro, oltre 10 milioni di telespettatori, 61% di share nella prima parte e oltre il 65% nella seconda. Oltre 17 milioni durante l’esibizione di Albano, Morandi e Ranieri. Una bomba atomica.
Gioielli? Pochi, per non dire nessuno. Delude un po’ persino Giorgia, dicono quelli che se ne intendono, ma io non la penso così e ve lo scrivo più in basso. Intanto Marco Mengoni guida la classifica generale.
La co-conduttrice Francesca Fagnani fa un monologo coraggiosissimo, attaccando la Giustizia, ma è oscurata da Drusilla Foer e dall’iraniana Pegah Moshir Pour che recitano una denuncia che ai servizi segreti iraniani non piacerà per niente (e forse piacerà poco anche alla Farnesina). Poi arrivano i Black Eyed Peasb che amo fin dai tempi di Shut Up ed è delirio danzereccio (con tanta, ma tanta capacità di fare musica). Attendiamo i dati di ascolto per poi aggiornarvi.
Nel frattempo qualche delirio sulle canzoni.
Will – Stupido
Un modo di cantare uguale a tanti altri con una canzoncina per fare breccia nelle adolescenti che se piacerà e perché alle ragazzine di quell’età puoi propinare qualsiasi cosa. Preferisco Luis Miguel, almeno il suo accento sudamericano lo rendeva diverso dagli altri. a si, datemi del boomer! A quarant’anni ve lo sognate di essere fighi come me.
Modà – Lasciami
Non sono un fan dei Modá ma lo sguardo sofferto del loro frontman che recentemente ha detto di lottare contro la depressione mi farebbe venir voglia di contattarlo a fine festival per abbracciarlo e dirgli che non è solo. Rimando il giudizio della canzone al prossimo giro.
Sethu – Cause perse
Uguale anche lui a tanti altri nel modo di cantare, nello stile di canzone che non emoziona per niente. Originale solo nel look nipponico dark. Ma davvero basta questo oggi per sfondare nella musica?
Articolo 31 – Un bel viaggio
Gli anni 90 sono la mia adolescenza e gli articoli 31 fanno parte di quel periodo con pezzi come, “Domani” o “Tranqi Funky” con cui sono cresciuto e che ho amato. La loro proposta sanremese parte bene con il rap iniziale della canzone e finisce male con un ritornello alla 883 che nulla ha che vedere con quegli Articolo 31 degli anni ’90. Una brutta copia delle melodie di Max Pezzali.
Lazza – Cenere
Lazza fa una lucida e spietata autoanalisi su stesso. La canzone più bella sentita in questo festival. Base e ritornello esplosivi alla The weekend.
Giorgia – Parole dette male
Avrebbe potuto giocare facile con la classica melodia sanremese portata con successo svariate volte sul palco del festival. Invece con questo raffinato pezzo R&B Soul dal sapore anni novanta che ricorda certi pezzi di Babyface, Giorgia sceglie una strada diversa e non mi dispiace. Al primo ascolto non convincerà ma il coraggio di osare qualcosa di diverso va premiato e potrebbe stupire ascolto dopo ascolto.
Colapesce Dimartino – Splash
Dopo il successone di “Musica Leggerissima” la premiata ditta, non Pino Insegno e company ma Colapesce e Dimartino, tornano con un pezzo alla Lucio Battisti che più Lucio Battisti non si può. Non c’è stato giornalista che non li abbia osannati. Noi per adesso ci limitiamo a dire: bravi! Non siamo come gli altri. Amiamo distinguersi se no che Gaiaitalia saremmo?
Shari – Egoista
Una delle canzoni più emotive del festival. È pensare che gran parte della stampa l’ha stroncata dando voti molto bassi al pezzo. Non sono assolutamente d’accordo. Potrebbe essere la vera rivelazione di questo San Remo 2023. Brava Shari e bravo Salmo che ha contribuito a scrivere questo brano delicato, soul, sofferto su un’amore saffico cantato con coraggio e bellezza sul palco dell’Ariston. Non mi sembra un clone di Madame come qualcuno ha scritto.
Madame – Il bene nel male
Un pezzo dance che ti prende al primo ascolto. Mai banale. Interpretato con la solita carica esplosiva e la sicurezza propria di questa talentuosa e giovane artista così carismatica e autentica. Un sicuro successo.
Levante – Vivo
Parte con suoni anni ’80 per poi aprirsi a una melodia ariosa e catartica con chitarre a fare da sfondo. Levante parla della riscoperta di sé dopo la depressione post partum. Come per Madame anche questo pezzo promette sfracelli nelle classifiche.
Tananai – Tango
Vincitore di San Remo?
Rosa Chemical – Made in Italy
Bravissimo Rosa Chemical. Con questo pezzo molto ironico e intelligente mette a tacere la feccia di questo paese. A buon intenditore poche parole.
LDA – Se poi domani
Questo ragazzo mi fa molta tenerezza. Accusato di essere un nepo baby per essere il figlio di Gigi D’Alessio, non ha mai nascosto il dispiacere e il rammarico per questa ingombrante etichetta. La sua canzone non brilla per originalità. È un onesto pop radiofonico che può piacere o no ma è fatto con mestiere. Tanto basta.
Paola & Chiara – Furore
La canzone diventerà una hit o sarà un flop. Non ci sono vie di mezzo Potrebbe essere una hit, in primis nelle disco gay, per l’effetto nostalgia anni ’90, anche se il sound è da primi anni ‘2000. Furore è un pezzo che non avrebbe sfigurato in “Television”, il primo disco dance delle sorelle Iezzi. Il tentativo di rilanciarsi nel mondo della musica però potrebbe fallire perché la canzone suona anacronistica per il 2022 ed è uguale a tanti vecchi pezzi di Paola e Chiara. Nulla di nuovo all’orizzonte dunque ma chissà che sia proprio questo quello che vuole il pubblico da loro.
Come dite? Non ho scritto nulla su Albano, Morandi, Ranieri? E cosa volete che scriva che non abbiamo già cantato meglio loro?
(9 febbraio 2023)
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