A margine della dichiarazione trionfante sull’ennesimo accordo all’unanimità sul nulla raggiunto dal governo che ha promesso tutto e ha fatto tutto il contrario, quindi non ha fatto niente, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, presidente di Forza Italia e nemmeno troppo occasionalmente anche portavoce della famiglia Berlusconi, ha dichiarato di auspicare un piano di rilancio per la Rai.
Il piano di rilancio, abbiamo ragioni di supporre, andrebbe anche a sostenere la Rai nella sua nuova necessità di liquidità dopo il calo degli introiti dovuti all’abbassamento del canone – come se non ci fossero altri soldi pubblici a disposizione – e per fare tacere quei maligni che magari prendendo spunto dai dati di ascolto sarebbero persino capaci di dire che se lasci andare i cavalli di razza poi non puoi pretendere di vincere la gara.
Soprattutto se quei cavalli di razza sono, o meglio erano, quelli che fanno vincere la scuderia e portano sponsor. Naturalmente si parla solo per aprire bocca, o meglio, si scrive solo per far passare il tempo. Perché in realtà Tajani è riuscito a dire molto di più: “Il taglio al canone Rai? Serve un finanziamento alla Rai che possa avere un piano industriale” e in collegamento telefonico con RTL 102.5. “L’industria radio-televisiva non può essere sottovalutata” ha aggiunto Tajani. “Dobbiamo vedere come proteggere la libertà d’informazione e difendere il comparto radio-tv in Italia”, questo per non dare ragione a quei sempliciotti capaci di pensare che abbia a cuore solo Mediaset.
(30 ottobre 2023)
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