di Giancarlo Grassi
Ecco Berlusconi tirare fuori il suo innecessario talento di guitto con talento da palcoscenico sul palcoscenico sbagliato, quello virtuale di Tik Tok dove le sue irruzioni incomprensibili dal punto di vista promozionale, sono troppo vicine all’essere patetiche per poterle definire tali. Ma lui è convinto di fare bene. E buon pro gli faccia. Tanto la campagna elettorale finirà e in parlamento non è che si faccia meno scena da palcoscenico di filodrammatica.
Berlusconi, che sta a Tik Tok come Menani sta alla grammatica & sintassi, non è il solo: a far ridere gli utenti del più giovane social di oggi, che non mancheranno certo di farsi sentire e creare geniali parodie, ci si sono messi anche Renzi, Calenda, Conte in un tentativo di accaparrarsi i voti dei più giovani con messaggi che suonano infantili più che utili al loro target e che raccontano solo il punto di ridicolaggine al quale la politica italiana è arrivata, insieme a troppi dei suoi protagonisti.
Siamo dunque all’intrepido e un po’ incosciente messaggio politico travestito da intrattenimento da social che già da un po’ di tempo sembra essere l’attività principale dei nuovi salvatori della patria (che non l’hanno salvata prima e non si capisce come la salveranno adesso).
Berlusconi ha dalla sua l’esperienza, e dopo avere salutato “gli utenti su Tik Tok“ distruggendosi la cervicale a suon di colpi di testa (wooops…!!!) a destra e sinistra ha capito che occorreva anche l’ennesima svolta in rottura con le altre due destre: e si è inventato la “rimodulazione” del reddito di cittadinanza.
Tre destre diverse, una in opposizione all’altra, che riescono nel miracolo di sembrare unite. E gli Italiani sembrano crederci.
(2 settembre 2022)
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