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Da monarchia assoluta a monarchia illuminata: sempre Meloni è

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di Giovanna Di Rosa

Dalla “donna sola al comando” alla monarchia assoluta il passo è breve. O almeno lo sarebbe. Certo una “monarchia illuminata” [cit.] con i pari ricchi di privilegi e il popolino a panem et circensem sembra più adatta al piglio assolutista della presidente del Consiglio la cui concezione di sé è infinitamente più alta di quello che la realtà oggettiva suggerirebbe.

Se le sono date di santa ragione Meloni e Schlein nell’incontro del 9 maggio. Puntute, sottolinea Repubblica, dialoghi in punta di coltello sempre con il “Lei” in primo piano e Schlein che rintuzza le malcelate pulsione monarchiche della presidente del Consiglio pienamente dentro un certo delirio d’onnipotenza che non sfugge alla Lega, pronta al melonicidio mentre Tajani sta a guardare. Riassumendo: la presidente del Consiglio di un governo che ha la maggioranza assoluta sta proponendo riforme costituzionali virate verso il presidenzialismo, mentre il suo governo che ha la maggioranza assoluta si trova impantanato nella propria incapacità di gestire il quotidiano e brancola dentro leggi indispensabili come il decreto anti-rave, la rincorsa dei mercanti di uomini “per tutto il globo terracqueo”, il fate più figli e se non potete mantenerli cazzi vostri e l’inflazione dentro i negozi cinque punti più alta che quella rilevata.

Questo è il governo, maggioranza assoluta nelle due camere, che ha annunciato un aumento del 6,5% delle pensioni per chi ha più di 75 anni che nessuno ha ancora visto. Giustificazione ufficiale: non si riesce a creare una platea di beneficiari perché leggere le date di nascita sembra troppo semplice.

La buona madre di famiglia, la propria, che lascia senza un soldo le famiglie bisognose al grido di non hanno voglia di lavorare, grido rilanciato da sempre troppo zelanti colonnelli televisivi al seguito, ha una parola buona per tutti: “Non lo faccio per me” dice riferendosi al presidenzialismo “lo lasceremo al prossimo governo. Penso al Paese”. Una martire. E rimarca: “Io andrò avanti”. Non dice con quali voti. I due terzi del parlamento non ci sono nemmeno con Renzi e Calenda (che sono poco simpatici, ma non sono cretini), la Lega la aspetta al varco e lei sembra orientarsi a una riforma con i voti della sola maggioranza per poi andare al referendum: basterà dire che vuole silurare Mattarella e lo spezzatino di Meloni sarà cotto e stracotto.

Così vedremo anche, sul serio, che fine avrà fatto l’Italia nel frattempo mentre una maggioranza assoluta tenta di trasformarsi in monarchia assoluta senza curarsi del quotidiano. E’ il destino dei grandi idealisti: sempre troppo occupati a fare altro per trovare il tempo di sistemare l’ovvio.

 

(10 maggio 2023)

©gaiaitalia.com 2023 – diritti riservati, riproduzione vietata

 




 

 

 

 

 

 

 



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