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Lettera aperta di Marco Maria Freddi ai “Compagni che continuano a sbagliare”….

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Riceviamo in redazione e pubblichiamo integralmente quanto segue:

Cari Compagni,
non credo esistano i popoli, non credo nelle nazioni e non credo nei confini. Credo esistano solo le persone. Duemila anni fa, persone di varia provenienza mediorientale e nordafricana, abitavano la Giudea, la terra ribattezzata dall’imperatore Adriano Palestina, in odio alla presenza di persone di religione ebraica nell’area, ma il punto è e rimane che persone di varia provenienza mediorientale e nord africana di differente religione, abitavano da sempre la stessa area.

Persone di varie provenienze di religione ebraica, abitavano quelle zone duemila anni prima che nascesse l’Islam ma a differenza di tutte le persone non di religione ebraica, chi credente nella Torah è stato cacciato prima dalla Giudea/Palestina e poi cacciato per i successivi duemila anni ovunque questo fosse grazie e soprattutto alla cultura antigiudaica cristiano-cattolica credente nello stesso dio. Poi, la Shoah, sei milioni di persone di religione ebraica di varia provenienza, uccise e bruciate nei forni crematori e quasi fosse una compensazione per aver volutamente ignorato la più grande strage programmata e pianificata di persone della storia umana, il mondo uscito dalla Seconda Guerra Mondiale rappresentato dall’ONU, votò la risoluzione 181 il 29 Novembre 1947 che prevedeva un luogo di protezione di chi di credo ebraico con la divisione della Palestina in due Stati, uno ebraico e uno arabo, con Gerusalemme sotto amministrazione internazionale.

Nel 1947, l’ONU era composta da 58 paesi membri e la risoluzione fu votata a favore da 35 paesi, 13 paesi contrari e 10 paesi astenuti. I paesi che votarono contro la risoluzione furono: Afghanistan, Arabia Saudita, Cuba, Egitto, Grecia, India, Iran, Iraq, Libano, Pakistan, Siria, Turchia e Yemen. I paesi autocrati di religione Islamica da quel momento giurano di cancellare fisicamente le persone di religione ebraica e di distruggere lo stato di Israele ed il 14 maggio 1948, giorno della proclamazione ufficiale della nascita dello Stato d’Israele, si tradusse nella prima guerra cosiddetta arabo-israeliana: da allora, è sempre stata guerra. Questa è storia, ma siccome non credo esistano i popoli, non credo nelle nazioni né nei nei confini, e credo che esistano solo le persone, dico ai compagni che continuano a sbagliare che manifestano per le strade del belpaese con le bandiere della Palestina inneggiando ai gruppi terroristi come liberatori, che si spoglino del pacifismo a senso unico, dell’ipocrisia dell’umanitarismo e dell’odio verso l’occidente e le sue conquiste di civiltà, di rispetto del diritto e di diritti individuali e sociali, della libera stampa e delle istituzioni di controllo e contrappeso dei poteri istituzionali, forse, vedrebbero che la soluzione per la pace e la giustizia, l’equità e lo sviluppo dei popoli è proprio di fronte a tutti noi.

Credo esistano solo le persone, così come credo nella superiorità della civiltà occidentale e delle sue regole contendibili, le stesse regole che hanno portato, ahimè, al governo degli Stati Uniti Donald Trump, in Italia le destre post fasciste, così come in Israele Benjamin Netanyahu e le destre fanatico-religiose, ma proprio perché le dinamiche democratiche occidentali permettono di contendere un risultato elettorale senza l’utilizzo della violenza, sta ai cittadini ed il loro senso di libertà partecipare al dibattito pubblico per ribaltare i risultati, cosa che a Gaza, come in Cisgiordania o in tutto il nord Africa o Medioriente non è possibile, semplicemente perché non c’è libertà, la libertà che in occidente abbiamo di poter manifestare anche contro le decisioni del nostro governo.

Anche l’Israele che conosco può votare e cambiare i governi e alla Knesset c’è un partito arabo perché il 20% dei cittadini israeliani è di cosiddetta origina araba, composta di persone di religione mussulmana ed ebrea e questi, hanno rappresentanza popolare. Sarà pure un Paese pieno di errori e di ingiustizie ma in Israele agli omosessuali non è proibito amarsi, di tenersi per mano e di baciarsi per strada ma se per decenni, per proteggersi dall’odio e dai continui attacchi sin dal 1948 un Paese vive militarmente la propria società, qualcosa si corrompe e si corrompe al tal punto che alla criminale, terroristica, crudele ed ingiustificata strage del 7 e 8 di Ottobre, palesemente programmata per ottenere la reazione contraria fregandosene se questa avrebbe portato alla uccisione inevitabile dei propri cittadini civili, si reagisce con sproporzionati bombardamenti che hanno creato e creano ulteriori vittime civili.

L’odio chiama odio, la violenza chiama altra violenza e gli slogan delle manifestazioni che auspicano l’intifada in Italia, è irresponsabile e criminale, cari compagni.

Le persone della Striscia, provenienti da varie aree e paesi sono programmati dalla propria classe dirigente politico terroristica a odiare e distruggere un simbolo, il simbolo di una società che può progredire, distribuire ricchezze e vivere in pace, garantire equità e giustizia, ispirata ai valori laici di rispetto di tutte le persone qualsiasi sia il loro colore, sesso, lingua, religione, l’opinione politica o le condizioni personali. Ma la cosa che i compagni che continuano a sbagliare non vedono, perché accecati del livore antioccidentale, è che le loro posizioni non filo-persone ovunque queste provengano o in qualunque cosa credano, ma pro-Palestina, alimentano il terrorismo e il capitalismo pseudo religioso incarnato dalla classe dirigente dei paesi autocrati di stampo religioso, che include anche la striscia di Gaza.

La corruzione nei gruppi dirigenti di Hamas è endemica, gli stessi media arabi accusano i principali leader di essersi trasformati in milionari o miliardari grazie al proprio potere su Gaza. Ma per citare alcuni esempi di “Paesi” fratelli dei Palestinesi, il Marocco dal 1975 opprime e perseguita il popolo Saharawi occupandone, qui sì, illegalmente il territorio, è governato da un sovrano, quello del Marocco, che trascorre sei mesi l’anno nello sfarzo parigino e si presenta solo quattro giorni dopo il terremoto a Marrakesh rifiutando tutti gli aiuti intenzionali lasciando i propri cittadini morire sotto le macerie.

È questa la “cultura capitalistica religiosa” che difendete compagni, difendendo una bandiera e non le persone, difendete la cultura del narco-stato siriano primo produttore di metanfetamine del mondo che ha ucciso i propri cittadini con il gas nei villaggi, per non parlare dello stato turco, alleato NATO, che bombarda i mussulmani curdi e poi difende quello che definisce “popolo palestinese”. I dittatori dei Paesi pseudo religiosi si arricchiscono alle spalle dei propri cittadini, inutile fare altri esempi, sono tutti tragicamente uguali …

Non c’è un cosiddetto Paese pseudo-religioso mussulmano a cui interessi qualcosa delle persone di varia provenienza che abitano la Palestina, non uno; tutti, per mantenere il potere e arricchire una ristrettissima classe dirigente che si ispira al più bieco capitalismo pseudo religioso, finanziano i gruppi terroristici perché nulla cambi, gli stessi gruppi terroristici che sento osannare nelle manifestazioni di questi giorni.

Non credo esistano i popoli, non credo nelle nazioni e non credo ai confini ma solo alle persone e non credo neppure nella formula dei due stati due popoli, anche questa una ipocrisia irrealizzabile. Credo in una confederazione impropriamente definita arabo-israeliana dove il movimento, la libertà delle persone, la rappresentanza parlamentare, la distribuzione delle ricchezze, l’equità sociale ed individuale, i diritti individuali e sociali e il diritto sia garantito a tutti i suoi cittadini, questo, e solo questo passaggio politico nonviolento disarmerebbe tutti gli stati pseudo religiosi a continuare ad alimentare un conflitto per mantenere le loro posizioni di potere.

Non è un sogno, come non lo è immaginare che questa confederazione entri a far parte dell’Unione Europea, la politica, è l’unica arma nonviolenta che dovremmo assieme condividere per vincere insieme, convincere il mondo che un altro mondo è possibile.

Manifestate con due bandiere, compagni, perché tutte persone non i popoli, non le nazioni ma le persone vogliono vivere in pace, progredire in pace, studiare in pace, sognare ed amare in pace.

Marco Maria Freddi, Radicale a Parma e ovunque sono

 

La lettera aperta è pubblicata integralmente.

 

(6 novembre 2023)

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