di Daniele Santi
Abbiamo dato l’ennesima occhiata al documento del Def a introduzione ministro Giorgetti, centoundici pagine fitte fitte di concetti e progetti di Programma Nazionale di Riforma più prefazione che sembra parlare di un altro paese tanto è opima di dati positivi che nella realtà quotidiana degli italiani non riusciamo a vedere, nemmeno sforzandoci.
Ma noi siamo malpensanti e prevenuti e siamo andati a vedere se il DEF, quelle centoundici pagine che trasudano progetti e PNRR ad ogni riga – ma subito dopo la presentazione del DEF grazie al ministro Fico veniamo a sapere che forse del PNRR non se ne farà quasi nulla perché siamo incapaci nella progettualità – conteneva anche il miracolistico e miracoloso Ponte sullo Stretto, già varato con tanto di pietra anche da Silvio I da Arcore, poi morto lì. Ebbene in quelle centoundici pagine del Ponte sullo Stretto non c’è traccia.
Forse abbiamo letto male, forse si sono dimenticati, forse è un caso che Salvini non ne parli più impegnato com’è a seminare odio sui migranti e a superare a destra Meloni, ma non vorremmo che anche stavolta quella del Ponte sullo Stretto rimanga l’ennesima boutade mediatica che poi, nel quotidiano, si ferma all’ennesimo progetto di cui si è gridato molto da almeno sessant’anni. In ogni caso Salvini andrebbe avvisato. Poi vedano loro. E dato che il periodo è favorevole ai progetti roboanti che fanno bene al politico (e malissimo alla politica e al paese) ci permettiamo di ricordare che rimangono in alto mare la funivia su Roma di pentastelluta memoria, la sparizione del Monviso per spianare la strada a venti che ripuliscano l’atmosfera delle Pianura Padana e la famosa metropolitana subacquea di Venezia. Avanti il prossimo.
(17 aprile 2023)
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