di Giancarlo Grassi #Politica twitter@gaiaitaliacom #Zingaretti
Il ministro dell’Interno imperversa: convoca i sindacati (al ministero dell’Interno!) per discutere di manovra e di questioni economiche, e per tutti – Zingaretti comrpeso? – è una cosa normale. Nessuno dice nulla. Nessuno sembra accorgersi che lentamente, e nemmeno troppo, nell’attonito silenzio generale, si stanno sconvolgendo non soltanto gli equilibri, ma anche il funzionamento istituzionale della macchina stato. Un uomo solo sta concentrando nelle sue mani un potere immenso e decide su tutto. Come se il resto dello Stato non esistesse.
Le cose sono iniziate un po’ di tempo fa quando Salvini, o qualcun altro per lui? – ha iniziato prima con le intimidazioni al gusto di sequestro di video e telefonini, e poi con la rimozione di striscioni – da private abitazioni! – e con lento restringimento delle libertà di dissentire, non che chi vuole dissentire non abbia modi creativi per farlo. Non è dei cittadini che stiamo parlando. Stiamo parlando dell’opposizione.
Nicola Zingaretti, segretario invisibile del PD di D’Alema, si è accorto che qualcosa di molto subdolo si sta muovendo e sta facendo qualcosa insieme al suo partito del 22,7% – meno i voti di Calenda, meno i voti di Renzi – per impedirlo o sta lì ad aspettare all’insegna de prima o poi cadono?
Evidentemente Zingaretti deve sapere cose che noi non sappiamo ed avere mezzi che noi non abbiamo, non si spiegherebbe altrimenti come mai un uomo di così insignificante levatura si trovi a piacionescamente essere presidente della Regione Lazio e segretario del PD, ed deve evidentemente avere ambizioni che noi ci sognamo bene dall’avere – personalmente facciò ciò che ho sempre desiderato fare e sto bene dove sto, tuttavia il dubbio che ci sia qualcosa che sfugge, che non si vuole acchiappare e di cui nemmeno Zingaretti vuole parlare come leader del partito ed inserire in uno dei tanti fumosi slogan, subito sostituiti da altri, che lancia via social, voglia parlare.
Dal governo pentaleghista arrivano poderosi segnali di instaurazione di una democrazia illiberale alla Putin, segretario Zingaretti. Cortesemente, e dal nostro balcone del dissenso, la invitiamo a fare qualcosa che sia qualcosa di più di dire due parole a presunta e poco sincera difesa di Fabio Fazio. Dica qualsiasi cosa, segretario. Anche una cosa decente e sensata. Che sarebbe già una mezza rivoluzione.
O saremo costretti a dare ragione a Salvini quando dice, riferendosi a Lei, che “averne di avversari così, governeremmo per quarant’anni”. E non si è nemmeno troppo lontani dal dargli ragione, segretario. Visti i chiari di luna… Certo il suo “Serve un piano per l’Italia” è un lodevole proposito. La prossima volta suggerisca anche se il “piano per l’Italia” dobbiamo farlo noi o se Lei, dall’alto del suo inutile scranno, previo contatto con il buon D’Alema ritiene di avere tempo per buttare giù almeno un canovaccio. Qualcuno che glielo corregge secondo noi lo trova. Si farebbe qualsiasi cosa per una poltrona in questo paese…
(9 luglio 2019)
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