Carlo Calenda lascia il PD. La coerenza si pratica non si grida

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di E.T. #Politica twitter@gaiaitaliacom #Calenda

 

Mentre pare che l’ipotesi del governo M5S/exPiDioti sia sempre più vicina, con Zingaretti che avrebbe ufficializzato il suo Sì al Conte-bis, governo che presumibilmente andrà a devastare ciò che il primo governo Conte ha fatto e sottoscritto – molto meglio uno spettacolo di burlesque – Carlo Calenda uno che la coerenza la pratica e ciò che dice fa ha lasciato il PD. Lo aveva detto: “Nel caso di un governo M5S/PD lascerò il partito”.

Ecco quindi servita la prima novità delle prossime elezioni: un partito di Carlo Calenda a guida Carlo Calenda che si prepara a dare battaglia al PD che può già contare su un travaso di voti considerevoli. Tra un po’ toccherà a Renzi fare la sua mossa. Riteniamo non aspetterà molto.
E’ l’inevitabile fine di un partito che poteva essere guida d’Italia per lungo tempo e invece ha scelto D’Alema. E chi è causa del suo mal…

 

 

I commenti su Twitter sono sgradevoli. Si involgarisce vieppiù quella piattaforma un tempo popolata da gente che sapeva quel che diceva. Un peccato.
Si sottolinea che Calenda viene ritwittato dalla Lega, cosa che ci sembra di una pochezza intellettuale degnamente leghista, se ci è permesso dirlo. Noi, lo diciamo per i lettori che perderemo nei prossimi giorni, non tiferemo per questo governo, pur non essendo certo di area leghista e collocandoci piuttosto – se proprio dovessimo collocarci – al’interno di un’area liberaldemocratico-sociale che non può evidentemente guardare ad un centro-destra che usa un linguaggio da Partito Comunista anni ’70 ed è invece il mezzo per ingrossare il portafogli di chi ha già troppo più di quel che gli serve ed ancora vuole vivere all’ingrasso.

Calenda lascia da signore: “Lascio una dirigenza di cui non mi sento più parte – lo scrive Repubblicanon una comunità che sono orgoglioso di rappresentare. Le 280.000 persone che mi hanno accordato il loro voto di preferenza alle elezioni europee sapevano perfettamente come mi sarei comportato in caso di accordo con i 5S. A loro devo innanzitutto coerenza”.

E’ evidente che le elezioni arriveranno. Ed arriveranno molto prima di quanto questo governo-aborto, che del resto era probabilmente a questo punto l’unica soluzione, soprattutto perché non se n’è voluta trovare un altra, pensi. Arriveranno e non andranno come troppi credono e come troppa stampa che già da tempo ha aperto le gambe alla Lega, ha deciso che debbano andare.
Il governicchio in arrivo che è morto prima di nascere – Matteo Richetti è stato l’unico a votare no alla decisione della direzione voluta da D’Alema – dovrà intanto avere un programma ed io non ne ho visti. Voi? Dovrà giustificare le ragioni per cui andrà nel verso contrario rispetto a quello che ha fatto prima – e con lo stesso presidente del Consiglio!!!

Ci sarà da ridere. Calenda, da parte sua, rafforzerà “SiamoEuropei per dare una casa a chi vuole produrre idee concrete per una democrazia liberal-progressista adatta a tempi più duri e non ha paura del confronto con i sovranisti”, che è un programma. Aspettiamo il resto. Ed è un resto che parte direttamente da quell’incontro in streaming live in cui Pierluigi Bersani dei Giaguari si fece prendere a sberle da Roberta Lombardi. Il futuro è lo sgretolamento di PD e M5S. Vediamo se sopravviverà l’Italia.

 

(28 agosto 2019)

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