Sarete rimasti senza dubbio colpiti [sic] dal video propagandistico della nuova trovata meloniana, quella che potrebbe diventare pericolosa per il paese non necessariamente per mano di Meloni, ma per sua responsabilitĆ , che spiega in termini semplicissimi e poco veritieri con un video su Facebook la destrissima proposta di riforma costituzionale.
Nonostante una certa pretesa di furbizia comunicativa il video della presidente del Consiglio dell’ultimo partito famigliare d’Italia con sorelle e cognati d’Italia al seguito, non suona come unaĀ proposta politica, ma come una televendita.
Il prodotto ĆØ Giorgia Meloni, ciĆ² che non va comprato sta alle sue spalle: Monti, Gentiloni, Renzi, Conte, Draghi, o meglio i loro ritratti ripresi a camera fissa con focus apparente sul viso di Meloni cosƬ che sia l’occhio a percepire i visi dei cinque colpevoli, che hanno peccato dell’essere stati incaricati dal presidente della Repubblica (veroĀ convitato di pietra di tutta la comunicazione, quasi a dire colpa sua!) di formare i governi dopo che Berlusconi, Salvini, Tajani e Meloni, sempre loro, avevano fallito su tutti i fronti a suon di promesse non mantenute e sogni da campagna elettorale trasformatisi inĀ incubi da portafoglio e posti di lavoro. Il tono ĆØ quello insopportabile dellaĀ maestrina che pretende di essere anche un po’ vostra madre, e che ve la racconta perchĆ©Ā non avete capito abbastanzaĀ e dato che prevede, dall’alto della sua scienza, che non capirete nemmeno in futuro viĀ accompagna. Dove vuole lei, perĆ². Ma non ve lo dice. Vi cattura col ditino alzato, discretamente, ad additare chi ha le colpe dell’ingovernabilitĆ – colpe presunte.
Non vi dice che l’instabilitĆ politica ĆØĀ data da una legge elettorale che permette ai partiti e solo a loro di scegliere chi mandare in parlamento, nemmeno dice che quella che chiamaĀ madre di tutte le riforme, non cambierĆ questo particolare tanto importante perchĆ© al suo partito famigliare fa comodo, e continuerĆ a fare comodo, scegliere personalmente chi candidare: yes men e yes women, pigiabottoni al servizio del Capo Supremo.
Riforma? Chiamiamola involuzione con forti rischi illiberali all’ungherese. Meloni era giĆ lƬ quando le riforme delle leggi elettorali che hanno portato allo stato delle cose odierno venivano approvate e non ha battuto ciglio, perchĆ© il suo disegno ĆØ quello del comando solitario di un partito verticistico governato da lei e da lei sola. LaĀ televendita non approderĆ mai all’approvazione in parlamento, nemmeno partendo dal Senato, nonostante l’endorsement di Renzi. Si andrĆ al referendum con uil prevedibile sostegno della corazzate Mediaset che dovranno in qualche modo ringraziare per essere campionesse d’ascolti pro tempore. Il referendum non prevede quorum: cioĆØ chi vince vince e chi perde perde, persino se voteranno in tre. Toccherebbe pensarci da ora.
(17 novembre 2023)
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