di Giancarlo Grassi
Non ha fatto in tempo a tornare a Roma, la presidente del Consiglio Meloni che sono cominciate a piovere bombe. Se non fossero bastate quelle russe ora arrivano quelle filo-russe. Lo scriviamo sul quotidiano dedicato in parte al paesotto il cui sindaco leghista aveva chiesto di mandare alcuni esodati a lavorare in Russia.
Dopo la conferenza stampa con Zelensky dove il presidente ucraino si ĆØ tolto un macigno dallo stomaco chiamato Berlusconi, ritornata Meloni all’ovile si ĆØ pronunciata laĀ Lega che, sotto mentite spoglie ma attraverso il suo capogruppo al Senato, Massimiliano Romeo, ha affermato che “ĆØ giusto sostenere Kiev anche a livello militare e difendere il suo diritto all’autodeterminazione, tanto ĆØ vero che abbiamo votato tutti i provvedimenti” aggiungendo subito dopo “Attenzione a non inviare armi che rischino di trascinare l’alleanza atlantica in un conflitto diretto con la Russia. Ci vuole prudenza”. La dichiarazioneĀ alla trasmissione AgorĆ Ā su Rai3 si ĆØ riferita anche a un possibile conflitto nucleare.
Subito ĆØ partito all’attacco il Pd:Ā “PrimaĀ Berlusconi, poiĀ Romeo. Si affannano a non dispiacere Putin e sgambettano la premier durante una importante (e giusta) visita all’estero”.
Noi, da parte nostra, riteniamo cheĀ Meloni potrebbe prendere la palla al balzo e liberarsi dell’uno e dell’altro, quindi cercare nuove alleanze, che ci sarebbero – ed esistono anche i governi di minoranza con gli appoggi esterni. E’ una provocazione (ma nemmeno troppo).
(22 febbraio 2023)
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