Dal G20 in Bharat, il nuovo nome che il premier indiano vorrebbe dare all’India rispolverando il sanscrito, perché notoriamente si guarda avanti guardando indietro, Giorgia Meloni ha preparato la sua figuraccia continentale attaccando Gentiloni sulla questione ITA-Lufthansa e nel maschio vigore dell’attacco non ha fatto caso, sarà l’inesperienza, diciamo, che la faccenda cui si riferiva non fa parte delle competenze di Gentiloni.
Ebbene sì, semplicemente la questione è di spettanza tecnica e la mancanza di risposte che la troppo spesso esageratamente battagliera presidente del Consiglio, rivendica giustamente, non deve darle la politica dell’UE, ma i tecnici di Bruxelles. Insomma la figuraccia è sempre dietro l’angolo e questi signori non perdono occasione per coprirsi di ridicolo e mettere l’Italia all’angolo a Bruxelles.
Per fortuna [sic] mentre Meloni si dava da fare al G20 a Caivano succedeva di tutto: spari in aria, scorribande, proiettili conficcati nella saracinesca di un’associazione che si occupa di recupero dei minori. Ma la questione ITA-Lufthansa era la priorità, viva l’Italia.
Si doveva forse superare Salvini a destra, lui ha lanciato per primo l’attacco a Gentiloni, per recuperare terreno su un momento politico che si preannuncia non di breve durata né di facile gestione, e che vedrà Salvini nuovamente flirtare con Le Pen – il commento di Crosetto è lapidario: “Ognuno a casa sua invita chi vuole” – mentre Tajani rivendicherà il fatto che Le Pen mai (ma con Salvini sì) – e la presidente di Fratelli d’Italia dovrà tenere in piedi l’azione di Governo, la rifondazione della dirigenza di Fratelli d’Italia a colpi di autarchia famigliare e stare attenta a non farsi mangiare viva dai suoi alleati di governo.
Un qualche scivolone glielo si può perdonare. Certo è che se scivoli in bagno e a casa tua, e hai la fortuna di non farti male, due risate sopra ce le puoi anche fare, ma se continui con gli scivoloni a Bruxelles mentre la previsione di crescita dell’Italia si dimezza non ci fai proprio una gran figura. Soprattutto dopo che hai gridato di Italia locomotiva d’Europa per mesi e mesi da ogni schermo e pulpito.
(11 settembre 2023)
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