di Giancarlo Grassi #IlSassolino twitter@sassuolnewsgaia #Poli
Sono momenti duri per un Sindaco che è anche un po’ il vostro anziano padre di famiglia.
Figli scapestrati che ricevono i 600 euro del bonus per le partite Iva a compensazione dei danni provocati dal lockdown che sono consiglieri regionali e comunali come questo Bargi che ricevono mensilmente un certo stipendio diciamo… Seicento euro che come dichiarato a un quotidiano locale Bargi ha ricevuto in quanto “socio di una ditta che gestisce un locale chiuso dal lockdown. L’associazione di categoria alla quale siamo iscritti ha avanzato, a nome della società, la richiesta del bonus che ci è stato riconosciuto, singolarmente, come soci. Sinceramente non pensavo nemmeno che arrivasse e quando ho visto che era arrivato, e di averne diritto, l’ho reinvestito in azienda. Così è andata, in assoluta buona fede”. E’ il consigliere regionale leghista Bargi ora sospeso dal partito – ma non dal consiglio regionale – a raccontarlo.
Non si può certo parlare di buona fede invece, anche se bisogna parlare di presunzione d’innocenza perché i forcaioli non siamo certo noi, per l’altra questione rispetto alla quale chiediamo all’anziano buon padre di famiglia che è anche Sindaco di Sassuolo, un ulteriore augusto parere. Parliamo di Luca Cavazza e della faccenduola che parla di cocaina e prostituzione minorile, un vero casino. Chiediamo lumi al Sindaco perché abbiamo la sensazione che sia diventato muto, oltre che sordo, e che abbia difficoltà a rispondere alle domande sulle cose che contano: tipo la questione del ponte Sassuolo-Veggia sulla quale oltre alle scaramucce con il suo omologo casalgrandese, altrettanto inconcludente, molto poco si sa.
Nemmeno si sa se i pullman che servono agli studenti per andare a scuola potranno passarci sopra… Ma sono dettagli.
Come dettagli sembrano essere gli invitati al munifico desco leghista che si scoprono benefattori devolvendo soldi pubblici alla sanità regionale, quando altre aziende rimangono senza contributo e senza soldi, ma è un altro de tanti dettagli.
E’ un dettaglio anche che il PD cittadino chieda spiegazioni sulla questione Bargi, che è quello stesso Bargi che insieme al capogruppo Gasparini e all’anziano Menani, “difendeva l’idea di multare chi fa la carità” e che oggi “tenta una difficile autodifesa, dopo che è venuto fuori che anche lui ha usufruito dei tanto disprezzati aiuti pubblici“. Continua il comunicato stampa: “600 euro non sono una leggerezza. Per chi deve arrivare a fine mese, per chi è in cassa integrazione, per chi ha una partita IVA a zero entrate in periodo covid, 600 euro sono pochi o tanti a seconda di quanto uno ha potuto risparmiare nella propria vita. E lo Stato ha pensato a chi su quei 600 euro ci faceva conto per “campare”; erano per chi ne aveva davvero bisogno. Stupisce che un consigliere regionale abbia ignorato tutto questo, e si nasconda dietro la risibile scusa che altri l’hanno chiesto a nome suo. Un altro che riceve aiuti “a sua insaputa”? Ma prima di firmare la richiesta non ha letto? Dobbiamo presupporre che il Consigliere regionale Bargi quando firma non legge il documento? Un consigliere, firma senza valutare le conseguenze? Dire che è stata una leggerezza è sminuente per chi è in difficoltà e soprattutto è imbarazzante per un consigliere regionale. Gli elettori, molti delusi, hanno detto la loro sui social a tempo debito; la Lega, che l’ha sospeso, pure. E’ proprio vero che un bel tacer non fu mai scritto…”.
Sulle sospensioni della Lega poi, il buon padre di famiglia che è anche un po’ Sindaco potrà confermarcelo, non c’è molto da stare allegri se è vero che uno dei furbetti sospesi dal partito, uno dei primi, quel Riccardo Barbisan che incassò i 600 euro ed incolpò il suo commercialista, viene ora assunto come assistente dall’europarlamentare leghista Toni Da Re.
Anche quello stipendio da assistente, come quei 600 euro di cui Barbisan non sapeva nulla, sono soldi pubblici. Dei cittadini. Nostri. E vi sono compresi anche i soldi di coloro che il buono Covid19 non l’hanno visto nemmeno da lontano, perché se lo sono presi quelli che non ne avevano bisogno. Per poi darlo in beneficenza facendosi belli come se quei soldi fossero usciti dalle loro tasche.
Il cattolicissimo Menani, anziano padre di famiglia che è anche un po’ Sindaco, ha qualcosa da dire al riguardo?
Il silenzio sindacale sarebbe riprovevole. Verrebbe il dubbio che lui, così attento al decoro e alla decenza, come gli abitanti di via del Tricolore sanno bene, sia disposto a chiudere un occhio sulle azioni dei suoi figli scapestrati e dei suoi giovani compagni di partito bolognesi che si trovano ai domiciliari accusati di azioni che non danno certo lustro al partito del decoro.
Quella Lega di Salvini che è politicamente un disastro. Attendiamo dal buon Signor Sindaco parole di saggezza.
(4 settembre 2020)
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